Andrea & Rossana
È passato un altro anno dall’inizio della pandemia ed invece di sentirci finalmente liberi, i contagi continuano ad aumentare e le regole dettate dal governo sono sempre più stringenti, mentre nelle piazze del modo libero la gente si riunisce per protestare contro norme troppo spesso stravaganti, che creano danni economici a famiglie e imprese, mentre affaristi, truffatori e politici corrotti se ne approfittano per arricchirsi. È difficile capire chi ha ragione e chi ha torto e dove sta la verità. È facilmente capibile che il virus è fortemente contagioso e spesso mortale, ma per quelli come me è ancora difficile capire quanto il vaccino possa proteggere e quanto invece siano pericolosi gli effetti avversi. Fiumi di parole sono stati spesi per dar ragione, ora a chi è pro vaccini, ora a chi è contrario; ma la verità è rimasta secretata negli accordi tra stato e industrie farmaceutiche e mentre ai vaccinati è chiesto di firmare una dichiarazione di manleva da qualsiasi responsabilità dello stato per effetti avversi, ai non vaccinati è ridotta la personale libertà di movimento e di frequentazione di luoghi pubblici. In questo guazzabuglio politico- sanitario è diventato difficile fare progetti per lunghi viaggi, perché ogni paese difende i propri confini con regole diverse, per cui alloggiare in Hotel, B&B e campeggi diventa incerto, così il turismo sta morendo insieme al nostro piano per il grande viaggio invernale a Capo Nord. Raggiungere capo Nord a febbraio 2022 in moto sarà difficile perché avremo certamente bisogno di pernottare ogni giorno al caldo, sotto un tetto e in queste condizioni di incertezza molti alloggi resteranno chiusi, così non è più un remoto rischio quello di dover passare più di una notte in tenda, con una temperatura di venti gradi sotto zero. Ormai mi sono tolto dalla mente l’avventuroso viaggio in sidecar, ma non riesco a togliermi dalla mente l’immagine dell’aurora boreale e dei boschi di betulle gelate. È per questi motivi che inizio una ostinata ricerca di un mezzo attrezzato a camper per affrontare i rigori dell’inverno oltre il circolo polare artico. Dopo aver scartato mezzi di dubbia affidabilità ed anche quelli esageratamente cari, trovo un annuncio tra le pagine di un gruppo social, che propone ad un prezzo onesto un piccolo camper Volskwagen T4 Westfalia, con motore a benzina e gas, che, nonostante i suoi trent’anni e trecento mila chilometri, a vederlo in fotografia, sembra ancora nuovo. “È proprio quello che volevo” dice Rossana, così il venti novembre partiamo per andare a vedere di persona il camper, che si trova in un paesino vicino al lago di Como. Il proprietario ha l’aspetto di una persona onesta ed è molto disponibile a spiegare ogni pregio e difetto del mezzo. Poi mi consegna le chiavi e insieme facciamo un lungo giro seguendo strette strade e ripidi tornanti. È già buio e viaggiamo chiacchierando piacevolmente mentre il motore gira tranquillo e silenzioso. Già mi sto affezionando a questo vecchio furgone rosso e a anche a tutti i suoi cigolii e a quei difetti che solo il suo proprietario sa trasformare in vantaggiose unicità. La carrozzeria è ancora lucida e non ha tracce di ruggine, anche l’odore nell’abitacolo è gradevole, non si sente quella fastidiosa puzza d’umido e muffa tipica d’infiltrazioni d’acqua. Gli arredi sono di un colore tra l’azzurro e il grigio e sembrano ancora nuovi. Ormai la scelta è fatta, ci saranno molte cose da sistemare, ma il prezzo è buono e, già così com’è, potrebbe partire per un viaggio. Un pensiero però continua a preoccuparmi: “Questo vecchio quanto simpatico Westfalia segnerà la fine dei grandi viaggi in moto?”, ma Rossana mi rassicura: “Finché ce la faremo il sidecar resterà il nostro mezzo per i viaggi estivi e con l’Africa Twin potrai andare a fare qualche viaggetto da solo” “Non più di una settimana!” dico e già mi vedevo sulle dune del Sahara in Tunisia: “Allora sì, che si può fare!”
14 dicembre 2021
È ancora buio pesto alle quattro del mattino, a quest’ora sono piuttosto lento a prepararmi, per questo mi sono svegliato due ore prima della partenza del treno per Milano, poi dovrò cambiare per Como, dove arriverò alle dodici e troverò Franco ad aspettarmi per concludere l’affare. Green pass e mascherina, documenti, biglietti pagati e un libro da ascoltare in cuffia durante il viaggio, non ho dimenticato niente e questa sera ritornerò a casa con il camper: “Cinquecento chilometri senza forzare il motore e arriverò prima di cena”. Una piccola casa su ruote, con cucina, letti e riscaldamento, ma senza il gabinetto, ci sono mille cose da imparare, il tavolo è nascosto sotto il letto che bisogna imparare ad aprire e anche a richiudere, poi istruzioni alla mano per provare ad alzare il tetto, ogni cosa ha il suo posto e il suo segreto funzionamento. Ora abbiamo ripreso a progettare il viaggio a Capo Nord d’inverno, certo che con la nostra piccola casa viaggiante sembra tutto più facile, la cosa fondamentale è che il mezzo funzioni bene e ci ripari di giorno e di notte dalle intemperie del Circolo Polare Artico. Non parliamo più di tute termiche e caschi riscaldati e di dove dormire ogni notte, bensì di come attrezzare il Westfalia per attraversare le gelide pianure della Lapponia. Non sarà come affrontare la grande avventura in sidecar, ma non per questo le aurore boreali saranno meno belle.
L’anno nuovo 2022
Lo stato d’emergenza per la pandemia doveva finire a gennaio, ma la variante delta e poi quella omicron, hanno di nuovo rovinato le feste e il futuro è incerto; bisogna vaccinarsi spesso, la terza, la quarta dose e ancora non basta, dobbiamo tenere le mascherine ed evitare contatti sociali. Sono passati due anni e siamo al punto di partenza, o forse no, forse qualcosa è migliorato, la nuova variante è molto contagiosa, ma meno letale della precedente, potrebbe essere la fine della pandemia. Probabilmente sono troppo ottimista perché, come in un racconto di Orwell, obbediamo a regole che appaiono assurde e contrastanti, mentre nelle piazze di tutto il mondo la gente protesta contro una nascente dittatura sanitaria, ma il Governo dice che lo fa per noi, questa è una situazione d’emergenza, e chi protesta è bollato con l’appellativo di “novax”, una specie di incosciente sobillatore. Le opinioni contrastanti diventano ideologie e la popolazione si divide tra provax e novax, contendendosi il primato della ragione a forza di litigate nelle piazze e nei talk show.
24 gennaio 2022
È lunedì mattina del ventiquattro gennaio e, per iniziare bene la settimana, vado in farmacia a fare un tampone per verificare se sono stato contagiato. Dovevo immaginarmelo che sarebbe capitato anche me: “Sono positivo”, poco dopo anche Rossana risulta infettata. Oggi il virus sta cercando di riprodursi nelle cellule del mio naso e mi fa starnutire e tossire, ma gli anticorpi stanno reagendo bene e mi sento meglio. Sembrava niente, invece un giorno sale la febbre poi passa, ma con il naso non respiro più, è gonfio, intasato e dolente, oggi è ritornata la tosse e mi dolgono bronchi e polmoni, nuovamente la febbre e mi sento stanco e molle. Sul comodino c’è una montagna di medicine, che ormai ingoio giornalmente senza pensarci troppo. Ho contagiato anche Rossana, così tutt’e due deambuliamo tra le stanze della casa come zombi, tossendo e soffiandoci il naso per poi crollare a letto sfiniti. Le giornate passano lente, ore e ore tutt’uguali scandite da pillole da assumersi a intervalli regolari, sia di giorno che di notte, ormami mi sto abituando all’inedia, alla tosse, al raffreddore e anche alla febbre, sto bene solo a letto e comincio a perdere la cognizione del tempo.
7 febbraio 2022
Sono passati quattrodici giorni e questa mattina sono arrivati sui nostri cellulari i green pass e fino ad agosto siamo cittadini di serie A. Dobbiamo sbrigarci a sistemare il nostro vecchio Westfalia e rifornirci di tutto ciò che ci servirà per affrontare il viaggio invernale a Capo Nord, la data prevista è il venti-tre febbraio.
Continua con: “Un viaggio d’inverno al circolo Polare Artico”