Andrea & Rossana
Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.
– Per andare dove, amico?
– Non lo so, ma dobbiamo andare…
Jack Kerouac – On the road
Per i Navigaori di terra
(Liberamente tratta da Antonio Machado)
Islanda agosto 2016 Landmannalaugar
Velocità, adrenalina, eros o il desiderio di libertà che spinge verso una meta ignota per il piacere della strada che fugge e del vento che fa volare.
Bisogna scavare nel tempo per capire come ognuno abbia un buon motivo per scrutare la vita attraverso una diversa possibilità .
Dell’infanzia non restano che ricordi trasformati in sensazioni e ora riesco a vedere il nonno, che con lo stesso vestito della festa, solo più liso e rattoppato, cura l’orto, mentre io, aspettando di crescere, sto disteso sull’erba a guardare le rondini, che altissime nel cielo precipitano in picchiata sicure della loro velocità. Non potendo competere salgo fino all’ultimo ramo dell’albero in modo da scorgere i tetti delle case e, sulla via, i ragazzi che tornano da scuola. Nessuno può salire quassù e a nulla vale il richiamo dei genitori per farmi scendere perché ispeziono il mondo da una prospettiva diversa.
Abbandonato il grembiulino nero delle elementari mi trovai con i libri sottobraccio ad allungare i passi, scuotendo i jeans a zampa d’elefante, per arrivare in tempo in classe.
La scuola insegna le necessità del branco e in qualche modo devi apparire per avere un nome, che non è quello sul registro di classe, ma quello che alle ragazze fa brillare gli occhi nel dirlo.
Il momento migliore della giornata è l’uscita di scuola quando il cortile si riempie di studenti, che tra la folla cercano la ragazza da accompagnare a casa, oppure il miglior amico per organizzare un pomeriggio diverso, altri invece salgono sull’auto dei genitori e spariscono.
I cinquantini
Fuori stanno parcheggiati i “cinquantini”, da una parte
quelli nuovi di fabbrica:
”Vespe 50, Dingo Guzzi, ItalJet, Malanca testa rossa”, dall’altra indefinibili assemblaggi di motori e telai; poi arrivano i giovani motociclisti, che come Mods e Rockers, ma molto più Italiani, si dividono in bande .
Non avevo ancora l’età per il “cinquantino”, ma capivo l’importanza delle due ruote, perché, mentre io andavo a casa con passo spedito, i centauri passavano veloci con la loro ragazza sul sellino.
Era l’estate del 1967 e noi con le camice a fiori sedevamo su un muretto ad ascoltare le note di: “All you need is love” e di: “Hey Joe”.
I tempi cambiavano e l’ideologia hippie stava lasciando il posto alla lotta di classe, mentre io a dicembre compivo quattordici anni e già mi vedevo sul mio: “Italjet trail 50cc” in compagnia della mia ragazza.
Invece mio padre s’immaginava una sciagura con me spiaccicato sull’asfalto senza speranza di salvezza, così la sua cupa e disgraziata visone distruggeva la mia splendida immagine, lasciandomi al mio triste destino di anonimo appiedato.
Mentre Praga stava vivendo la sua primavera, il mio primo anno delle superiori si svolgeva nelle manifestazioni di piazza al grido: “Lotta dura senza paura”.
In quei giorni non era possibile entrare a scuola perché i più vecchi facevano “picchetto” e poi tutti assieme andavamo in corteo fieri di essere coinvolti e sicuri di conquistare una nuova libertà, che avrebbe cambiato questa vecchia società conservatrice e bigotta. In uno di quei cortei ho conosciuto Maurizio, aveva cambiato il giubbotto in pelle con l’eschimo verde, ma il suo cinquantino era ancora il più veloce della scuola. Mentre avanzavamo in corteo, preoccupati per l’arrivo dei “Celerini di Padova”, tra uno slogan e l’altro avevamo scoperto di essere entrambi aeromodellisti e vicini di casa, così, siccome il mio motore Super Tigre non funzionava a dovere, ci siamo dati appuntamento per una revisione.
Da quel che c’era nel suo garage si capiva subito che non si trattava di un principiante, il banco attrezzi era ordinato e ben fornito, su una scansia stavano diversi aeromodelli a motore, mentre su un altro banco c’erano tre motori di moto, che aspettavano il telaio.
Una semplice messa a punto e il mio Super Tigre, fissato al banco di prova, urlava ben intonato.
Non potevo resistere alla vista di quei motori che attendevano di essere montati e allora cominciai a fare delle domande su cosa intendesse fare e se avesse intenzione di costruire altre moto, così Maurizio mi disse, che se fossi tornato il giorno dopo a dargli una mano mi avrebbe fatto vedere il nuovo progetto.
Il tempo passava ed ogni giorno portava una emozione e una speranza in più, avevo anche imparato a guidare cambiando le quattro marce senza usare la frizione. Ora sapevo che il motorino che stavamo sistemando era un FBM con motore Minarelli P4 e che, con lo scarico ad espansione, andava come il vento, ma molto, molto più rumoroso.
Maurizio aveva due motorini e per lui non era un problema prestarmi il FBM, però non potevo portarlo a casa, sarebbe stato come far vedere in famiglia la mia cassa da morto, per cui il bolide restava nel suo garage e quando potevo andavo a prenderlo. Un colpo di pedivella e il motore cantava i suoi decibel, pronto per un giro in periferia a vedere se Cinzia, Mariella o Paola erano ancora sedute sul muretto ascoltando la musica che usciva dalle finestre a bocca di lupo; ma, non c’era più nessuno e così scoprii che era bastato un anno perché quelle ragazze non mi guardassero più (nonostante il motorino), ma rivolgessero le loro grazie a dei vecchi diciottenni automuniti, allora affrancavo la mia delusione saltando sulla pista da cross del Cormor.
Tra feste e manifestazioni di piazza, motorini e minigonne, la scuola non mi dava ragione, così, per insindacabili disposizioni, ho dovuto abbandonare definitivamente le quattro marce del FBM per ritirarmi in un collegio dalla dura disciplina in una città che non era la mia. Mentre nel 1970 si scioglievano i Beatles e morivano Jimi Hendrix e Janis Joplin, io tentavo fughe notturne dalle mura di quella volontaria incarcerazione alla ricerca di feste e buona compagnia, così, per l’anno della maturità, sono stato rispedito a casa in una scuola della mia città.
Ai motorini non ci pensavo più, ormai ero a un passo dal diploma e sapevo che mio padre avrebbe mantenuta la promessa dell’automobile in cambio della promozione.
Sidecar URAL - Islanda 2016
Honda Varedero - Isole Orcadi Scozia 2017
Gianpietro compiani
20.07.2021 06:03
Buongiorno devo dire che qui ci sono viaggiatori di altissimo spesso complimenti sinceri ✌️
Udine
Grazie
21.08.2021 17:38
letizia e filippo
11.10.2020 09:45
Ciao Rossana e Andrea, sono Letizia e ho dato una piccola sbirciata, capendo che c'è molto da viaggiare nei racconti per scoprirvi!
Buona domenica e a presto
claudio 333 8576702
06.03.2020 08:55
Buongiorno, sono Claudio della Ural di Roma; poche righe, per ora, per complimentarmi per la vostra pagina. Sono del 55' e, nel mio piccolo, ho "girato" in pace la nostra Europa. Cordiali saluti.
Udine
Ciao
Prima o poi dobbiamo conoscerci per parlare di moto e viaggi
Andre
Ciao Letizia e Filippo, buona lettura e a presto
Andrea
Graie Claudio
21.08.2021 17:40
13.10.2020 08:49
08.03.2020 17:14
Pino
28.01.2020 09:59
ciao, molto belle le tue esperienze. ho una domanda per te. in Islanda hai fittato la moto? se si, dove? grazie e buona strada per i futuri viaggi...
Andrea
07.03.2020 09:22
Grazie Claudio✌
Andrea
07.03.2020 09:20
Grazie Claudio ✌
Andrea
29.01.2020 16:18
Ciao
Come ho scritto nel racconto del viaggio, sono andato in Islanda con il mio fedele sidecar nero. Comunque ho visto dei giapponesi su delle Honda 500 a noleggio, ma costa molto.
Stefania
30.04.2019 10:20
Ciao Andrea. Hai proprio ragione, la vera felicità non sta nel raggiungere il traguardo ma nel godersi il viaggio.Vi seguo con piacere e vi aspetto magari (in farmacia)per nuovi racconti entusiasmanti
Andrea
Ciao Stefania, grazie
08.03.2020 17:15
Enzo
18.06.2018 18:21
Bei racconti. Ami come me la libertà e l'impegno...tanta buona strada e buona vita.
Andrea
Grazie Enzo
07.09.2018 09:57
ferruccio
15.05.2018 08:01
grande Andrea sei riuscito a farmi leggere senza annoiarmi ( che è quello che mi succede sempre quando apro un libro ) aspettando il seguito ti ricordo che quando sarà un libro il 1 è mio .
Andrea
Ciao Ferruccio, a quando un'altro giro insieme?
07.09.2018 09:57